I quaderni

I quaderni

Insieme al libro di testo, il quaderno di scuola ha costituito per lungo tempo l’elemento principale del corredo di ogni scolaro. Tra fine ‘800 e gli inizi del ‘900 il quaderno aveva una veste piuttosto dimessa, con pochi decori o una copertina scura, senza alcun tipo di raffigurazione.
L’esplosione della comunicazione di massa, soprattutto durante la prima guerra mondiale, finì per dare alle copertine di quaderno un nuovo “look”, che il fascismo non esitò a fare proprio e ad utilizzare intensivamente.
A differenza dei libri di testo, le copertine di quaderno non erano controllate da un potere centrale ma erano in larga misura affidate all’iniziativa privata.
La grande potenzialità dei quaderni di scuola stava nel loro utilizzo forzato, nell’acquisto obbligatorio da parte degli scolari, il cui numero era aumentato esponenzialmente durante il periodo della Grande Guerra. Attraverso la loro circolazione quindi le raffigurazioni in copertina si imponevano allo sguardo infantile ed adulto più di qualsiasi altra cosa, divenendo un fondamentale mezzo di propaganda. In genere le copertine di quaderno e le pagelle scolastiche erano stampate con una grafica di qualità e di grande efficacia comunicativa, tant’è che tra molti studiosi vi è la convinzione, assolutamente fondata, che la grafica fascista sia espressione della ricerca artistica dell’epoca soprattutto di tipo futurista.

Non è un caso infatti che firme prestigiose si cimentassero nell’arte della copertina di quaderno, da Antonio Rubino, Roberto Sgrilli, Gino Boccasile a molti altri. Anche dopo la fine del Fascismo le copertine dei quaderni rimasero in larga parte colorate e vivaci tanto fu il successo che esse ebbero durante gli anni del Regime.

Con Mussolini sulle copertine dei quaderni si raggiunse l’apoteosi dell’esaltazione della persona, divenendo addirittura un vero e proprio oggetto di culto e di venerazione. Come ex insegnante di scuola elementare, il duce capisce immediatamente tutta la forza mediatica della propaganda fascista; “l’uomo della provvidenza”, come era stato definito da Papa Pio XI dopo la firma, nel 1929, dei patti lateranensi. Ma non solo, in lui erano incarnate tutte le qualità come grande statista,  scrittore, artista, fondatore di imperi, lavoratore indefesso della terra, brillante sportivo in tutte le discipline, aviatore ecc. ecc

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