Le cartelle erano spesso fatte con una robusta tela di sacco il più delle volte militare, o con avanzi di vecchi indumenti. Consistevano in una specie di busta, chiusa da due bottoni, le cui dimensioni erano tali da contenere lo stretto necessario per la scuola: libro quaderno e penna. Un lungo manico di stoffa o pezzi di cinghia inutilizzata, permetteva di portarla a tracolla.
Erano quindi utilizzate come custodia per il materiale scolastico che ogni scolaro portava con se, ma anche come arma di difesa (o offesa) durante le lotte fra “bande” che frequentemente scoppiavano lungo il tragitto da scuola a casa.
Qualcuno possedeva una custodia fatta da due assi di legno tenute insieme da cinghie di cuoio ed alcune di queste avevano inserito anche l’astuccio portapenne; qualche altro sia per mancanza di mezzi che di localizzazione (montagna in modo particolare) adoperava uno zaino militare adattato all’occasione.
In commercio si trovavano anche cartelle di cartone a forma di cassetta più leggere e anche più fragili. Vi erano poi cartelle di cuoio, assai rare nelle scuole periferiche, che comparvero intorno agli anni ’50.
Nonostante tutte le raccomandazioni dei genitori, molto difficilmente le cartelle arrivavano in buone condizioni al termine dell’anno scolastico e ancor meno alla fine dell’obbligo scolastico, ma immancabilmente venivano rattoppate e data a qualche altro componente della famiglia, come i vestiti, secondo la consuetudine del “passamano”.