Nell’aula

Nell’aula

  • Posted on: 4 Aprile 2013
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In aula elemento fondamentale era la cattedra, posta sopra una pedana, la predella, che permetteva all’insegnante di controllare gli alunni, solitamente numerosi, e incutere quel senso d’autorità e di timore necessario per lo svolgimento delle lezioni.

Sopra di essa il temuto registro di classe, il calamaio portapenna, il tampone per asciugare l’inchiostro, il campanello e l’immancabile righello o bacchetta che, all’occorrenza, poteva avere un uso diverso sulle mani degli alunni.

Un tocco di grazia, soprattutto per le maestre, era dato dal vasetto sopra il piano che i bambini, gareggiando fra loro, riempivano di fiori raccolti lungo la strada, sui prati o nelle siepi.

Nelle scuole più ricche si poteva imparare a leggere e scrivere con l’alfabetiere mobile, alcune utilizzavano anche i mappamondi di gesso o di carta.

Alle spalle del maestro, appesi al muro sotto l’immancabile crocefisso, stavano durante il periodo fascista i ritratti del Re, del Papa e di Mussolini, e assieme ai ritratti spesso appariva anche la fusione in bronzo del Milite Ignoto.

Sulle pareti ai lati dei ritratti c’erano solitamente da una parte la carta geografica dell’Italia e dall’altra il cartellone con la descrizione dei pesi e delle misure.

La lavagna era sistemata in un angolo dell’aula e poteva essere mobile, cioè sostenuta da un supporto in legno, che ruotando su due perni presentava la lastra di ardesia nera con un lato a righe e uno a quadri, oppure si trovava appesa al muro con un lato solo. Incuteva un certo timore quando si era chiamati a scrivere su di essa, ed essendo posizionata obliquamente rispetto all’angolo della stanza, delimitava uno spazio chiamato “dei castighi”.

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